di Ahmad Moujoud
Msc in Finance candidate at NOVA SBE and Project Leader at Nova Junior Consulting
Cosa vi viene in mente quando sentite parlare della parola religione? Forse un gruppo di persone che pregano e praticano atti di spiritualità, oppure una serie di principi e valori. Forse semplicemente un qualcosa di astratto non relazionato alla vita pratica se non per qualche aspetto per lo più marginale, e così tanto generale che riteniamo sia scontato, come ad esempio il concetto del fare del bene o i benefici della meditazione. Questa semplificazione, ci porta ad affrontare tutto ciò che circonda la religione, in particolare quelle che conosciamo di meno, con un'estrema superficialità. In questo modo perdiamo di vista tutta la complessità di culture e diversità che si trova dietro, come ad esempio l'esistenza della Finanza Islamica.
Approcciare l'islam con la stessa prospettiva ci porta a perdere un importante tassello, quello della pratica e dell’impatto che questa pratica ha sulla persona e sul contesto circostante. Islam senza pratica è vuoto, sarebbe come avere un milione di euro e non usarli ne per spese ne per investimenti, lascarli da parte a decomporsi nel tempo. Le prime nozioni che un musulmano apprende, sono i pilastri del islam e della fede. Nei primi abbiamo la testimonianza di fede, la preghiera 5 volte al giorno, la Zakat, il digiuno e il pellegrinaggio (Hadith 3, 40 Hadith An-Nawawi). Una serie di pratiche, compresa la testimonianza di fede, che richiedono uno sforzo, un'azione e che di conseguenza vanno a definire aspetti della vita quotidiana di un musulmano.
Partendo da questa base, possiamo già notare la presenza di una prima nozione di finanza islamica che è la Zakat. Questo è il terzo dei pilastri del islam, e richiede annualmente di donare il 2.5% della ricchezza che supera un tasso minimo (chiamato Nissab) verso specifiche cause caritatevoli, in particolare puntando ad aiutare coloro che si trovano al di sotto della soglia di povertà. Nel mondo dello sviluppo economico esiste un concetto chiamato “Consumption Floor” che rappresenta quella parte della popolazione al livello piu estremo di poverta (in altre parole i piu poveri tra i poveri). Martin Ravallion stimato economista australiano descrive (Ravallion, 2016) come le politiche adottate per affrontare la povertà finiscono per far diminuire sì il livello totale di poveri ma non riescono ad innalzare la soglia della povertà (Immagine a fianco). Ecco perché Dio nel dettare l’obbligo della Zakat dice:
“Le elemosine [26] sono per i fuqara’, per i masakin, per quelli incaricati di raccoglierle[…]” [09:16]
Figure 1: Same reduction in the poverty count but different implications for the poorest
Nel definire le categorie ai quali un musulmano deve donare, Dio non si ferma a parlare del povero (fuqara’) ma va nel dettaglio con il termine “Masakin” che indica quelle persone che non possiedono niente (الفرق بين الفقير والمسكين, 2023)e che di conseguenza rappresentano una priorità rispetto ai fuqara’. Oltre a questo, per una migliore gestione di questi fondi, la zakat è prevista anche per coloro che la raccolgono e la distribuiscono, portando così alla creazioni di fondi di investimento sostenibile che però hanno come priorità la misura dell’impatto sociale. Questo apre molteplici strade nel mondo della finanza sostenibile che abbiamo visto crescere sempre di piu negli ultimi decenni, in particolare ci porta a pensare a come potrebbe essere un sistema finanziario dove l’obbiettivo primario dell’investitore è l’impatto poi il ritorno. Non nel senso di investire in progetti finanziarmene insostenibili, ma nell’investire essendo disposti a prediligere una iniziativa con maggiore impatto ma con minor ritorno. Questo stadio di evoluzione della finanza sostenibile viene definito da Dirk Schoenmaker -professore di banche e finanza alla Rotterdam university - come il Common good value, che è un’evoluzione del cosidetto Stakeholders value, dove l’investitore tiene in considerazione l’impatto delle azioni di un’azienda sulla società circostante e non solo sugli azionisti (Investing for the Common Good: A Sustainable Finance Framework, 2021).
Questo esempio della zakat, ci porta a introdurre due degli obbiettivi della finanza Islamica:
Ridurre la disuguaglianza economica, ovvero la disparità nella distribuzione del reddito all'interno di una società, per mezzo di un movimento di capitale da chi è piu ricco a chi è piu povero.
Incentivare l'individuo a un continuo investimento del capitale avendo in mente l’impatto che questi progetti di sostenibilità hanno sulla società.
La ricchezza dell'individuo e il sistema finanziario piu in generale, viene visto quindi come parte integrante della vita di un musulmano, ed è proprio per questo motivo che il profeta Muhammad pbsdl dice:
<<Cercare la ricchezza lecita è un obbligo per ogni musulmano. >> (Ṭabarānī, al-Muʿjam al-kabīr, no. 9993).
Un secondo punto importante da affrontare è comprendere che l'islam non è un monolite, un unico blocco. Pur avendo dei principi centrali saldi, come può essere quello della proibizione della riba (interesse) del Gharar ( speculazione) e Maysir (gioco d'azzardo), l'applicazione può variare da paese a paese, a seconda anche delle scuole giuridiche di appartenenza e del contesto in cui ci si trova. E proprio questo mosaico di diversità che permette al giorno d’oggi alla finanza islamica di continuare a crescere e a introdurre nuove idee sul come affrontare le diverse difficoltà che si possono incontrare. L'industria dinamica della Finanza islamica ha raggiunto nel 2021 il valore di 4 trilioni $ con una crescita annuale del 17% e più di 1600 istituzioni in tutto il mondo (Embracing Change, 2022). Il retail banking rappresenta il 70% del totale seguito da sukuk (l'equivalente delle obbligazioni finanziarie ) con il 18%, fondi di investimento (6%) e infine fintech e assicurazioni che rappresentano 242 miliardi $ (6%).
Al giorno d'oggi non esiste un sistema che abbia realizzato in tutto e per tutto l'ideale al quale ambisce la finanza islamica. Tuttavia, come per ogni sistema in evoluzione, come quello che vediamo oggi con il mondo della finanza sostenibile, si ha un ideale al quale si ambisce e poi una serie di fasi intermedie dove si impara per mezzo della sperimentazione di diversi strumenti che mettono in luce le diverse mancanze che vanno affrontate. La finanza islamica, presenta così un altro strumento innovativo per affrontare il sempre piu crescente bisogno della sostenibilità del nostro tessuto economico-sociale.
Fonti:
EMBRACING CHANGE. (2022). In London Stock Exchange. Refinitiv. https://icd-ps.org/uploads/files/ICD%20Refinitiv%20ifdi-report-20221669878247_1321.pdf
Hadith 3, 40 Hadith An-Nawawi - Forty Hadith of An-Nawawi - Sunnah.com - Sayings and teachings of Prophet Muhammad (صلى الله عليه و سلم). (n.d.). https://sunnah.com/nawawi40:3
Investing for the common good: a sustainable finance framework. (2021, February 24). Bruegel | the Brussels-based Economic Think Tank. https://www.bruegel.org/comment/investing-common-good-sustainable-finance-framework
Ravallion, M. (2016). Are the world’s poorest being left behind? Journal of Economic Growth, 21(2), 139–164. https://doi.org/10.1007/s10887-016-9126-7
الفرق بين الفقير والمسكين. (n.d.). موضوع. https://mawdoo3.com/%D8%A7%D9%84%D9%81%D8%B1%D9%82_%D8%A8%D9%8A%D9%86_%D8%A7%D9%84%D9%81%D9%82%D9%8A%D8%B1_%D9%88%D8%A7%D9%84%D9%85%D8%B3%D9%83%D9%8A%D9%86
AUTORE:
Ahmed Moujoud
Msc in Finance candidate at NOVA SBE and Project Leader at Nova Junior Consulting